di Manuel Fortina
“La poesia è lo specchio dell’anima”, “La poesia è bellezza tramutata in parole”.
Queste, insieme a tante altre, sono le più note e le classiche frasi che, nella provincia di Novara (dove abito), ho sentito riguardo l’idea generale sulla poesia. La mia esperienza di poesia ha radici profonde. Ho iniziato a scrivere poesie sul finire delle scuole medie e l’inizio delle superiori con dediche e frasi alle prime morosine e amichette. La passione è sfociata letteralmente nel momento in cui, proprio a scuola, l’ho studiata in ogni sua sfaccettatura. I primi poeti, i più famosi poeti, i poeti indimenticabili. Questi sono stati i mentori ed insegnanti che mi hanno trasportato dal banco di scuola alla loro epoca. Personalmente credo che a scuola, la poesia sia un po’ bistrattata; ovvero, non gli viene dedicato il giusto tempo. Bisogna modernizzarsi in ogni campo per poter avere una
continuità e per mostrare alle nuove generazioni che tutto ciò che in passato si è fatto, lo si è fatto per descrivere e dare testimonianza ai lettori futuri, di quello che in una determinata epoca si stava vivendo. E’ questo il vero valore dello scritto. Lasciare testimonianza della società, dei comportamenti e delle attività, che in un dato periodo stanno avvenendo. Tutti noi siamo in grado di produrre poesia, solo che alcuni non lo sanno, perché non tutti siamo in grado o vogliamo esternare i nostri sentimenti per iscritto. Io considero la poesia come mezzo per archiviare le emozioni, belle o brutte che siano, trasponendo per iscritto sentimenti, emozioni, avvenimenti che qualcuno vive. Si ha così la possibilità di archiviare, di cui custodire, tutto ciò che la vita ti ha posto di fronte, ti ha fatto vivere, dandoti così l’opportunità di metabolizzare ogni cosa che hai vissuto.
Come ho scritto nella premessa della mia silloge di poesie, "Noi&Infinito", non percepisco nelle nuove generazioni, o anche fra alcuni miei coetanei, questa voglia o meglio, questo interesse nella poesia e quindi nell’esternare in maniera sincera, vera e pura, i propri sentimenti, ma probabilmente è perché non hanno mai avuto nessuno che gli indirizzasse o gli facesse conoscere le sue molteplici funzioni. Una persona a me cara, una volta parlando del mio modo di scrivere, mi disse: “ non ti sottrai all’urgenza di condividere, senza timore, il flusso di vita che ti pervade, creando così arzigogoli di parole che sono lo specchio della tua anima.” Continuando poi a definire il mio ductus poetico, ruvido e spontaneo, liberando sincerità, tramutandola poi in parole.
Concluse dicendo che quello era il mio tratto distintivo, la mia particolarità.
Rileggendo queste parole, questa frase, credo che ognuno di noi debba essere sempre se stesso, spontaneo, liberando le proprie emozioni e permettere agli altri di farne tesoro.
“Il poeta è un vero e proprio incisore, i suoi attrezzi sono musica e parole” dice il maestro Giuseppe Aletti. Dunque, per concludere, io dico di continuare ad incidere bellezza con passione e purezza per cancellare pian piano l’inquinamento malsano che ci circonda.
(In foto: Manuel Fortina)
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