di Johanna Finocchiaro
Si discuteva, ieri.
Netta la linea. Occhio verde, brutto sorriso
e sincero.
Si discuteva, ieri.
Quando succede che vivi.
Nessun fardello ad ingobbire l’animo tuo.
Rari quegl’ attimi. Ossa d’argento, diademi d’avorio
e belli.
Troppo intensi loro da analizzare.
Allora non lo fai.
Ecco, succede,
e vivi. Li vivi.
Domande inutili a porsi, risposte tutte da perdere
e volentieri.
Prendersela comoda.
O scomoda
e poco importa.
Indugiare negli attimi belli, parlarne coi denti sporchi e tra pochi, esigui pensieri
e morti.
Per fortuna, una volta tanto: silenzio.
Quale abisso di quiete. Quale delizia di sete.
Moto di lingue fuggite, felici.
Parlare senza rete. Solo parlare
e bene.
Nelle vuote carezze, ciondolarsi.
Immuni all’interiori torture, ingerenze
e castighi. Smarrirsi.
Dura un tempo, immemore, etereo e storpiato.
E basta, perché é quanto basta.
(Clic - L'Erudita editore, 2020)
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