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PIACERE DI CONOSCERTI


di Johanna Finocchiaro 










Ciao e benvenuta alla rubrica “PIACERE DI CONOSCERTI”!


Fa come fossi a casa tua: accomodati e pensa a questo spazio come a qualcosa di familiare. Parla liberamente, esprimi ed espandi i pensieri; hai l’occasione di far ascoltare la tua voce a un bacino di lettori composto sia da poeti sia da estimatori.

Spero ti divertirai a rispondere a queste 5 domande, che mirano a scavare in profondità nella tua sensibilità.


Ma bando alle ciance, si comincia!


1. IMPOSSIBILE ESIMERSI DALLA PRESENTAZIONE GENERALE.

Sono Elena Varaldo, ho 28 anni e ho accettato la Poesia solo negli ultimi quattro. Non ho mai scoperto i versi, ci sono (mio malgrado) nata dentro.

Ho iniziato a sentire e ad amare molto presto e, insieme a questo, ad avvertire il bisogno di spiegarmi il mondo come meglio potevo. Lo facevo attraverso frasi colorite, spesso con parole inesistenti e (con dispiacere di mia madre!) le rendevo pubbliche sui muri di casa. Mi domandavo come mai i miei compagni non avessero la stessa maternità con le parole e preferissero le carte Pokemon a Geronimo Stilton.

È così che si comincia a percepirsi soli. Un vocabolario emozionale in divenire e pochi a cui condividerlo. Dunque questo, ho sempre scritto; male, bene, disastrosamente, per sentirmi meno sola.

Pensavo che un giorno qualcuno avrebbe trovato i miei nove diari segreti sotterrati ai piedi di un albero, li avrebbe letti e allora tutti avrebbero saputo.

Mi sentivo importante, pur patendone le evidenti smentite Oggi che sono grande, qualcuno talvolta mi ascolta, mi applaude e mi chiede come faccio ad essere me stessa al 100%: “strana”, questo intendono.

Ancora imperfettissima, ancora affamata di scoperta, ma più piena, più consapevole.

Mi ci è voluto un lungo viaggio prima di poter affermare in frasi senza esitazione cosa amo e perché lo amo. Amo l’ironia, la mente umana, il vino rosso, le penne stilografiche. Amo le persone abissali, l’odore della legna, la mia casa in campagna. Amo i poeti, gli artisti, i rotti o quelli che credono di esserlo. Amo la sensibilità e la capacità di stupirsi davanti alle piccolissime cose, e invidio in egual misura chi oltre a dirlo in un’intervista, ci riesce veramente. Ho auto pubblicato due raccolte poetiche, “Auto” per l’impazienza che mi distingue. Entrambe hanno aperto e chiuso due distinti periodi della mia vita ed entrambe hanno curato ciò che andava curato. Nella prima silloge la sinossi ricorda le struggenti biografie di "XFactor", ma la renderò breve dicendo che “Apnee Notturne” è stato scritto con il cuore spezzato e due rotule fratturate. Immaginatemi in versione Frida Kahlo ma con meno bravura e meno sopracciglia.

La seconda, “All’ordine del giorno”, è stata un vero e proprio viaggio in prima classe nelle profondità del sé. Del mio, chiaramente, ma azzarderei dicendo che potrebbe essere quello di chiunque. E’ una raccolta che mi ha condotta a rii-significare e rii-disegnare molte parole: Amore, Complessità, Fragilità.

2. QUALE CREDI DEBBA ESSERE L’OBIETTIVO DELLA POESIA, OGGI E DOMANI?

Prima di diventare motivo di vanto, prima di agghindarla e presentarla ai concorsi, prima dell’estetica, c’è il vero senso della parola “Poesia”.

Non è poesia ciò che è bello o ciò che è metricamente perfetto. E’ poesia se si fa mezzo di indagine, se si rende specchio che restituisce nuovi modi di leggersi, se si fonde alla fantasia, alle associazioni libere, se cura, se espelle, se suda, se rallegra, se esorcizza.

Non necessariamente bella, ma necessariamente vera.

Ma questa è certo solo una precisazione personale sul termine “poesia” per i non addetti ai lavori, passato il Rubicone dell’essenza, vogliamo anche che sia bella e, soprattutto, che esista.

I versi non hanno più lo stesso volto di un tempo ma stanno tornando protagonisti della scena artistica in vesti nuove. La poesia ha cambiato i tempi musicali e l’audience, oggi parla anche ai giovanissimi ed è dinamica quanto loro. Penso occorra abbandonare l’Olimpo e la falegnameria patinata per farsi più “Bambino vero” e meno “Pinocchio”.

C’è fame di poeti, di persone che sappiano leggere e tradurre gli arrovellamenti umani per restituirli in forme più comprensibili, per offrire ciò che più cerchiamo al mondo: comprensione.

Credo nella necessità di affiancarsi a musica arte e teatro, fare rete con le altre realtà, innovare, fondere gli stili, sperimentare e scoprire cosa ne nasce di nuovo.

Il tempo della gloria fine a se stessa e della staticità è finito. La poesia oggi come in futuro deve generare legami, inclusione e movimento.


3. TI SPAVENTA METTERTI A NUDO O HAI FATTO PACE CON LA PARTE PIU’ OSCURA DI TE STESSO?

Mi spaventa mettermi a nudo così come mi spaventano le montagne russe, i colloqui di lavoro e parlare ad una platea. Sul filo del rasoio tra terrore ed eccitazione. Ma la verità è che non c’è alcuna conseguenza. Il mio vero timore è non poterlo fare, vivere con un dolcevita aderente addosso, rendersi costretti e spettrali, non essere mai visti.

“E’ la bacchetta a scegliere il mago signor Potter, anche se non è sempre chiaro il perché”.

Così il mio dark side ha selezionato la culla che più gli ispirava.

Io e la mia parte oscura ancora ci guardiamo male a vicenda, litighiamo spesso, a volte le compro le caramelle per farla tacere, a volte la chiudo in cantina e la mando a stendere. Altre volte invece, durante le lune migliori ci alleiamo e facciamo grandi cose insieme. Pace? Non direi. Forse nemmeno mi ci vedo con una kesa arancione, ma senz’altro aspiro ad un giallino tenue.

Oscura, distruttiva, fragilissima, ingombrante e permalosa. Ma è mia grande risorsa, lo stomaco a parte per il dolce, il cuore di riserva quando il primo viene meno.


4. PROGETTI PRESENTI E FUTURI.

È un periodo di scarsa emorragia emozionale, la poesia in senso stretto si è presa una vacanza. Poco trambusto interno e molta azione. Con il sole che splende dunque approfitto della lucidità per sperimentare. Sto scrivendo uno spettacolo teatrale, un “Giallo poetico” di quattro atti realizzato insieme al musicista Gianluca Aime che si occupa della colonna sonora e degli effetti speciali. Cosa sia un giallo poetico? Qualcosa che presto comparirà a teatro ma di cui non posso ancora svelare nulla.

Come tutti i migliori procrastinatori ho un romanzo in corso d’opera; anche qui sto azzardando con un esperimento fuori dalla mia zona comfort. Tanta avventura con un piccolo tocco di fantasy.

Sono infine mamma di “Verità Brutte” un telegiornale di divulgazione culturale politicamente scorretto “in onda” su Tik-tok e scrivo per “Il torinese” recensioni enogastronomiche con un fil rouge basato sulla ricerca dell’amore.

Perché, parliamone: quanto è difficile trovare l’amore?


5. IL VERSO CHE PIU’ TI RAPPRESENTA E PERCHE’ (PREFERIBILMENTE SCRITTO DA TE).

"Lo svoltare allegro delle cose,

quando mi sono data dal noi

per la prima volta"

(Tratto dalla silloge: All’ordine del giorno)


Quando si hanno schemi di sé così numerosi e variopinti occorre diventare maestri nell’arte della mediazione, dare parola a tutti, non rinnegare nessuno e, per tentativi, capire quale sia meglio tirare fuori e dove. E si, è necessario abbandonare quella forsennata ricerca umana di coerenza che incasella ed etichetta. Accettando che il tutto è più della somma delle parti.

Io sono una donna in tailleur, una contadina, un’inguaribile pasticciona, un’amante irrazionale, un’artista, un’appassionata di scienza, una poetessa che non segue le metriche, una ricercatrice, una psicologa, un’amica.

Sono l’insieme di tutte le contraddizioni.


Grazie per essere stata nostra ospite. Presentare e svelare nuove voci è sempre emozionante!

In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e, infine, la nostra immancabile chiusura:

PIACERE DI AVERTI CONOSCIUTO!





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