di Johanna Finocchiaro
Ciao e benvenuta alla rubrica “PIACERE DI CONOSCERTI”! Fa come fossi a casa tua: accomodati e pensa a questo spazio come a qualcosa di familiare. Parla liberamente, esprimi ed espandi i pensieri; hai l’occasione di far ascoltare a tua voce a un bacino di lettori composto sia da poeti sia da estimatori. Spero ti divertirai a rispondere a queste 5 domande, che mirano a scavare in profondità nella tua sensibilità. Ma bando alle ciance, si comincia! 1. IMPOSSIBILE ESIMERSI DALLA PRESENTAZIONE GENERALE. Chi sei, da dove vieni, cosa ami e perché; quando hai scoperto che la poesia s’intonava alle tue corde? Hai già pubblicato? Raccontaci tutto! Mi chiamo Alla Chiara Luzzitelli, in arte Alicka e nasco il 16 maggio 1998 a Litpetzk, in Russia. Dopo aver trascorso i primi otto anni in orfanotrofio, sono stata adottata dalla famiglia italiana Luzzitelli e mi sono trasferita a Torino. La mia avventura nel mondo dell'arte ha avuto inizio durante l'adolescenza, quando ho presentato il primo progetto fotografico titolato "Come le persone non vorrebbero mai mostrarsi" all'evento annuale di Paratissima 2014. Grazie a questa esperienza, ho avuto l'opportunità di interagire con diverse personalità del mondo dell'arte, tra cui il critico d'arte Giorgio Bonomi; insieme a lui, ho intrapreso un nuovo progetto, dedicato all'autoritratto, che è stato esposto permanentemente presso la Galleria Musinf di Senigallia. Nel corso degli anni, ho partecipato a numerose mostre, tra cui quelle presso le Gallerie Satura (Genova) nel 2014 e Crivelli (Bergamo) nel 2015. Ho inoltre preso parte alla Biennale di Genova 2015 Expo Intl Contemporary Art, in cui sono stata insignita del Premio Artista Emergente. Ancora, Paratissima2015 e Genova ART Expo 2016. Parallelamente alla carriera artistica, ho studiato fotografia e grafica all'istituto "Albe Steiner" di Torino, ottenendo il diploma nel 2019. Per tutta l'adolescenza, ho continuato a coltivare una seconda passione, quella per la scrittura, attraverso la creazione di poesie: alcune di loro sono state pubblicate nel 2022. In quello stesso anno, ho deciso di unire i nuovi componimenti ai meno recenti, dando vita alla raccolta poetica "Otto Betulle". Il titolo trae ispirazione dai miei primi anni di vita, trascorsi nel paese d'origine. Dopo aver terminato il liceo, ho intrapreso gli studi di cinematografia a Torino, specializzandosi in regia sotto la guida del rinomato regista Gianni Amelio. Nel 2019, ho collaborato con il compositore Mattia Vlad Morleo per creare un album di poesie titolato "Procedura di Liberazione", da cui è stato tratto un cortometraggio. Quest'opera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio "Lorenzo il Magnifico," il secondo posto alla Biennale di Firenze e la partecipazione a cinque festival cinematografici internazionali. Ho iniziato a scrivere questa raccolta perché sentivo il profondo bisogno di esplorare ulteriormente le mie capacità creative e tecniche, al di là del mondo della fotografia e della regia, a cui mi ero precedentemente dedicata. Ho avvertito la spinta interiore a ritornare alla scrittura, un'arte che avevo trascurato troppo. All'età di 14 anni, travolta dagli alti e bassi emotivi tipici dell'adolescenza, ho sentito la necessità di affrontare il mio passato in Russia, come parte integrante di un percorso di crescita e maturazione. Così, ho cominciato a scrivere i primi capitoli, concentrandomi sull'infanzia. Tuttavia, dopo alcune pagine di ricordi, ho realizzato di non essere ancora pronta ad affrontare tutto il passato in un'unica soluzione. Di conseguenza, mi sono “accontentata” di piccoli pensieri e riflessioni, utilizzando la scrittura come strumento di sfogo. È stato un processo organico, guidato dalla necessità di comprendermi.
Grazie allo studio della forma poetica, ho capito come delineare e comunicare con più chiarezza ciò che provavo e volevo esprimere. Nel corso degli anni, si sono ovviamente accumulate una serie di poesie, riflesso della mia infanzia in Russia. Ma, a 20 anni, ho deciso di concentrarmi sulle sensazioni, le speranze e le emozioni che avevo vissuto in adolescenza, lasciandomi il passato alle spalle.
Il bisogno di scrivere era potente, come se la scrittura fosse il solo mezzo possibile per ottenere una sorta di liberazione personale. Le prime 100 poesie sono state composte sporadicamente nell'arco di un anno e ho completato il libro aggiungendone alcune scritte durante l'infanzia, come accennato prima. In totale, la raccolta conta 121 poesie, ognuna delle quali contribuisce a dipingere un ritratto sempre più nitido della persona che sono diventata.
2. QUALE CREDI DEBBA ESSERE L’OBIETTIVO DELLA POESIA, OGGI E DOMANI?
La mia visione sulla poesia del presente e del futuro è duplice. Nel contesto attuale, spero che la poesia possa riappropriarsi di un ruolo di rilievo nel mondo. La nostra comunicazione si è trasformata in brevi messaggi, spesso privi di profondità e ciò ha minato il vero significato delle parole. La poesia ha il potenziale di farci riscoprire la bellezza e la forza intrinseca di ogni singola parola. Guardando al futuro, desidero che le persone possano riscoprire il significato autentico del linguaggio per esprimere appieno le proprie emozioni. In un'epoca in cui il silenzio sembra prevalere sulla comunicazione, specialmente quando dobbiamo far comprendere uno stato d'animo, è imperativo intervenire per preservare e celebrare le emozioni umane genuine. La poesia può svolgere un ruolo cruciale nel rendere questo possibile, aiutandoci a riconnetterci con il potere delle parole e a esprimere ciò che si trova nel profondo del nostro cuore.
3. METTERSI A NUDO SPAVENTA: SEI D'ACCORDO OPPUREHAI FATTO PACE CON LA PARTE PIU’ OSCURA DI TE STESS? PREDILIGI TESTI INTROSPETTIVI O ESTERIORI?
Nel mio percorso di scrittura, ho costantemente prediletto l'approccio introspettivo. Questo perché scrivere è stato un mezzo di liberazione, un modo per esprimere me stessa e le molteplici sfaccettature della mia identità.Questa inclinazione affondale radici nell'adolescenza trascorsa in Italia e continua in età adulta. Ho sempre cercato di scrivere in modo onesto e nitido, considerando anche gli aspetti "negativi" della personalità, le fragilità e le complessità che costituiscono chi sono oggi. Tutto sommato, credo sia più facile mostrarsi nudi di fronte a persone sconosciute, proprio perché non fanno parte del nostro quotidiano. Trovo sconcertante il tabù che circonda l'esposizione emotiva: mi chiedo quando abbiamo perso il coraggio di essere autentici e costruito muri emozionali intorno a noi stessi!? E perché abbiamo tanta paura di esporci emotivamente, quando in realtà è ciò che ci rende più autentici e completi!? L'essenza si trova nell'apertura emotiva e privarcene è un'auto-limitazione ingiustificata. In qualità di esseri umani, abbracciare la nostra vulnerabilità è ciò che ci connette agli altri.
4. PROGETTI FUTURI.
Attualmente sto lavorando a una seconda raccolta di poesie. Ho già iniziato il processo di scrittura e cerco di svilupparlo gradualmente. Tuttavia, sto ancora cercando di capire su quale aspetto della mia vita desidero concentrarmi in questa nuova opera; una cosa è certa: sarà sempre incentrato sulla sfera emotiva dell'essere umano. Mi interessa profondamente esplorarne le complesse sfaccettature e condividerle attraverso la scrittura. Credo le emozioni siano terreno fertile per l'arte e che possano connetterci in modi profondi e significativi. Quindi, nei miei prossimi progetti, continuerò a indagare questo universo emotivo, cercando di portare alla luce storie e riflessioni che possano risuonare dentro gli altri, ispirando e toccando loro il cuore.
5. IL VERSO CHE PIU’ TI RAPPRESENTA E PERCHE’ (PREFERIBILMENTE SCRITTO DA TE)
“Corona di fiori, corona di spine, l’edera non si ammalerà”
(tratto da “Otto Betulle”)
Sono sempre stata molto legata al mondo della natura e ho sviluppato un profondo apprezzamento per il suo ciclo temporale e la sua incredibile capacità di manifestare la forza in modi che vanno oltre la nostra comprensione. In particolare, ho sempre avuto una connessione speciale con i fiori. Questa unità non è facile da spiegare, ma sento che i fiori rappresentano in modo perfetto la dualità fragilità-forza tipica dell'umano. È triste quanto siano sottovalutati, visti principalmente come elementi decorativi anziché come esseri viventi con una storia e una bellezza proprie. In questo contesto, l'edera assume per me un significato particolare: rappresenta le emozioni che portiamo dentro, quegli stati d'animo che siamo certi non cambieranno mai, né con il trascorrere del tempo né con le esperienze. L'immagine della corona di fiori trasmette una sensazione di forza e delicatezza, in contrasto con la corona di spine simbolo del dolore inevitabile. Tuttavia, l'edera - con la sua resilienza e capacità di adattarsi - incarna la costanza dei nostri sentimenti. Questo concetto va oltre il tema dell'amore; si applica anche alla speranza e ad altri aspetti fondamentali della vita. In sostanza, ciò che cerco di comunicare è che, nonostante le contraddizioni, le sfide e le prove che l'esistenza ci presenta, ciò che sentiamo nel profondo del nostro io rimane costante. Questa è la bellezza e la meraviglia del mondo naturale, che mi ispira e spinge a riflettere continuamente su come possiamo applicare la lezione alla nostra esperienza umana.
Grazie per essere stata nostra ospite. Svelare e presentare nuove voci è sempre emozionante!
In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e, infine, la nostra immancabile chiusura:
PIACERE DI AVERTI CONOSCIUTA!
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