top of page
  • condividendopoesia

PIACERE DI CONOSCERTI

di Johanna Finocchiaro 








Ciao e benvenuto alla rubrica “PIACERE DI CONOSCERTI”!

 

Fa come fossi a casa tua: accomodati e pensa a questo spazio come a qualcosa di familiare. Parla liberamente, esprimi ed espandi i pensieri; hai l’occasione di far ascoltare la tua voce a un bacino di lettori composto sia da poeti sia da estimatori.

Spero ti divertirai a rispondere a queste 5 domande, che mirano a scavare in profondità nella tua sensibilità.

Ma bando alle ciance, si comincia!

 

1. IMPOSSIBILE ESIMERSI DALLA PRESENTAZIONE GENERALE.

Chi sei, da dove vieni, cosa ami e perché;  quando hai scoperto che la poesia s’intonava alle tue corde? Hai già pubblicato? Raccontaci tutto!

Innanzitutto, ringrazio Johanna per avermi invitato in questa bella rubrica che accoglie numerose e interessanti voci. Il piacere è tutto mio.

Mi chiamo Pierpaolo Amenta, vengo da una cittadina a pochi chilometri da Siracusa e quindi dal mare. Nei giorni di cielo limpido si può vedere anche l’Etna, che per me è una sorta di punto di riferimento. Il mio percorso è abbastanza lineare. Dopo il diploma al liceo linguistico, mi sono laureato in lingue e letterature straniere, specializzandomi in letterature comparate: francese e spagnolo. In seguito, mi sono formato in traduzione editoriale e ho vissuto un periodo in Spagna prima di trasferirmi in Francia per lavoro oltre che per avviare un dottorato. Attualmente insegno italiano nelle scuole secondarie e, in parallelo, porto avanti il mio progetto di ricerca.

Purtroppo o per fortuna amo fare cose diverse, ma quelle che mi hanno costantemente accompagnato fin qui sono la musica, la lettura e il condividere il tempo libero con la famiglia e le persone a me care. Queste tre attività hanno in comune il potere di ammansire la mia ansia costante, di farmi perdere la cognizione dell’orario, degli impegni e delle scadenze. Al di là delle letture incentrate alla ricerca, leggo maggiormente romanzi e poesia. Quest’anno l’obiettivo è di leggere qualche opera teatrale. Della musica ascolto un po’ tutto ma prediligo il rap, italiano e francese. 

Ho avuto due diversi rapporti con la poesia. Mi ci sono avvicinato per la prima volta quando avevo circa sette-otto anni. Scrivevo giusto per il gusto di scrivere, era un gioco e ciò che scrivevo rimaneva dentro le mura di casa. Negli anni dell’adolescenza, invece, ho smesso di scrivere più che altro per timidezza, quasi fosse qualcosa di cui vergognarsi. Solo successivamente, durante gli anni universitari, ho ripreso a scrivere. Un po’ per caso, un po’ per gioco. Si trattava di pensieri sporadici e intimi oppure di testi da rappare. Sono un grande ascoltatore del cosiddetto “conscious rap” (rap consapevole), impegnato sia nel sociale che nel politico, sia dal punto di vista contenutistico che formale. In fondo “rap” è l’acronimo di “ritmo e poesia” e la poesia - sin dagli albori - era accompagnata dalla musica. È infatti grazie a questo genere musicale che ho ripreso a gettare su foglio e spesso su schermo, qualche rima. Inizialmente come un gioco tra amici e in un secondo momento, nel pieno dei miei studi universitari, avendo ormai accumulato analisi e acquisito strumenti critici, ci ho preso gusto; così, ho cominciato a scrivere senza una base musicale, cercando di creare un ritmo con le parole stesse. Mi sono ritrovato, ho riscoperto una parte di me che avevo tralasciato e allo stesso tempo, per mezzo della scrittura, ho imparato a conoscermi meglio.

Ad oggi non ho nessuna pubblicazione in poesia, ma presto esordirò con la raccolta dal titolo “Schegge da vivere”, per i tipi di Scrivere Poesia Edizioni, a cui vanno i miei ringraziamenti per avermi scelto tra i candidati della 3° edizione del premio letterario “Poetica”. La raccolta è già disponibile in preordine sul sito della casa editrice. Si tratta di un piccolo canzoniere in cui, con sguardo introspettivo, affronto temi a me cari tra i quali: famiglia, terra di origine e amore.


2. QUALE CREDI DEBBA ESSERE L’OBIETTIVO DELLA POESIA, OGGI E DOMANI?

È una domanda alquanto delicata e complessa. A mio parere la Poesia, in quanto letteratura, non può esimersi dal far riflettere, dal sensibilizzare, dal sollecitare uno sguardo critico sul mondo. Chiaramente, ciò non toglie che l’aspetto ludico o leggero sia anch’esso importante. E la Poesia, in quanto letteratura, può essere utile a evadere il quotidiano e le problematiche in cui siamo immersi, qualora ne sentissimo la necessità. Tuttavia, credo che uno degli obiettivi che debba porsi sia la trasmissione dei valori umani, come l’empatia ad esempio. In un mondo sempre più cinico, votato all’interesse personale a discapito del prossimo, la Poesia spesso ci ricorda che l’essere umano è fatto di sentimenti, di passione ed è un essere sociale che vive in un unico luogo: il nostro pianeta. Penso al monologo sulla letteratura del professor Keating nel film “L’ attimo fuggente”, o  al dilagare delle crisi umanitarie e ambientali nel mondo.


3. METTERSI A NUDO SPAVENTA: SEI D'ACCORDO OPPURE HAI FATTO PACE CON LA PARTE PIU’ OSCURA DI TE STESS*? PREDILIGI TESTI INTROSPETTIVI O ESTERIORI?

Sì, mettersi a nudo spaventa per vari motivi e uno dei principali è il fatto che ti obbliga ad affrontare te stesso, spalle a muro e senza quelle maschere che non di rado siamo “costretti” a indossare nel quotidiano. Personalmente preferisco i testi introspettivi, proprio perché ti spogliano delle convenzioni sociali e ti connettono ad altre individualità, alle loro storie e a situazioni che forse non hai sperimentato ma che vivi in qualche modo nel momento della lettura. A tal proposito, la silloge con cui esordirò è permeata da uno sguardo introspettivo, sebbene vi siano dei componimenti che tendono ora verso l’identificazione di un sentimento comune, universalizzante, ora verso l’esterno, con un punto di vista che osservi il mondo circostante cercando di contenere il filtro emotivo e soggettivo.


4. PROGETTI FUTURI.

Al momento ho tanta carne sul fuoco e impegni da rispettare; quindi, se parliamo di progetti a breve termine, posso dire di non averne. Sono concentrato a far bene ciò che sto già portando avanti. In ogni caso, ho in cantiere due idee da sviluppare per una o due nuove raccolte poetiche attraverso nuove soluzioni stilistiche. Da una parte vorrei esplorare una poesia più narrativa, dall’altra vorrei concentrarmi su un unico tema ed esplorarlo per mezzo della scrittura. Vedremo. Detta in siciliano, “comu veni si cunta”. Letteralmente: quello che succede poi si racconta; insomma, non me ne preoccupo più di tanto!


5. IL VERSO CHE PIU’ TI RAPPRESENTA E PERCHE’ (PREFERIBILMENTE SCRITTO DA TE).

Difficile trovare un verso in cui mi riconosca con pienezza. Scelgo comunque questo verso di Dante:

Se io mi intuassi come tu t’inmii” (Paradiso, IX, 80-81)

Si tratta di un verso che ho riscoperto l’anno scorso e che mi è rimasto impresso sia perché racchiude in sé la definizione di empatia sia perché svela, in qualche misura, la creatività linguistica di Dante e il potenziale della lingua italiana.

 

Grazie per essere stato nostro ospite. Svelare e presentare nuove voci è sempre emozionante!

In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e, infine, la nostra immancabile chiusura:

 PIACERE DI AVERTI CONOSCIUTO!

 


 

 

233 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
Post: Blog2_Post
bottom of page