di Johanna Finocchiaro
Ciao e benvenuta alla rubrica “PIACERE DI CONOSCERTI”!
Fa come fossi a casa tua: accomodati e pensa a questo spazio come a qualcosa di familiare. Parla liberamente, esprimi ed espandi i pensieri; hai l’occasione di far ascoltare la tua voce a un bacino di lettori composto sia da poeti sia da estimatori.
Spero ti divertirai a rispondere a queste 5 domande, che mirano a scavare in profondità nella tua sensibilità.
Ma bando alle ciance, si comincia!
1.IMPOSSIBILE ESIMERSI DALLA PRESENTAZIONE GENERALE.
Chi sei, da dove vieni, cosa ami e perché; quando hai scoperto che la poesia s’intonava alle tue corde? Hai già pubblicato? Raccontaci tutto!
Ciao e grazie mille per questo invito! Sono Clara Danubio, vivo a Torino e ho scoperto la passione per la poesia già da bambina: mio nonno scriveva poesie; me lo ricordo ancora con la sua penna stilografica e i suoi quaderni ordinati. Così, mi venne voglia di imitarlo; crescendo, mi resi conto che per me era molto più di un gioco. Da poco mi è tornata in mente la scena di una sera d’estate in cui io e i nonni ci mettemmo in balcone a osservare le stelle, inventando insieme il testo e la musica di una canzone. Ecco, penso che l’immagine delle stelle abbia continuato a risuonare dentro di me, fino a esplodere nel titolo della mia prima silloge, edita quest’anno da Scrivere Poesia Edizioni: Aporia di stelle.
2.QUALE CREDI DEBBA ESSERE L’OBIETTIVO DELLA POESIA, OGGI E DOMANI?
Per me la poesia è sempre stata sinonimo di forza, uno strumento indispensabile per andare a fondo delle cose: di se stessi e del mondo che ci circonda. Un modo per catturare momenti ed emozioni; un po’ come la fotografia, ma con libertà assoluta quanto a potenzialità di linguaggio. Se nel quotidiano, infatti, siamo abituati a parlare in una certa maniera, la poesia offre scenari di espressione davvero sorprendenti e infiniti: può scardinare concetti e ricostruirli secondo modalità inconsuete e analogiche. Può “fissare” lo splendore alle cose e permettere a chi legge di sentirsi partecipe di questa sensibilità, come pure di interpretarla e farla sua. L’obiettivo primario quindi, per tornare alla domanda, è per me la condivisione. Scrivere è un gesto di amore incondizionato verso la vita e il prossimo.
3.METTERSI A NUDO SPAVENTA: SEI D'ACCORDO OPPURE HAI FATTO PACE CON LA PARTE PIU’ OSCURA DI TE STESSA? PREDILIGI TESTI INTROSPETTIVI O ESTERIORI?
In realtà mi ha sempre spaventato l’opposto: la disonestà. Trovo intrigante andare a fondo, mentre mi destabilizza la superficie, la banalità, l’approssimazione. Penso che partire da un sano egoismo, dalla capacità di introspezione e autoanalisi, sia essenziale per potersi proiettare poi all’esterno con lucidità e, come direbbe Calvino, «cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio». La scelta di relazioni umane costruttive che ci aiutino a crescere, ad accogliere e sviluppare la versione migliore di noi stessi, non può avvenire se prima non guardiamo dentro di noi. Prediligo forse anche per questa ragione i testi lirici, esistenzialisti. Estraniarsi dal contesto e assumere nuove forme, invece, trovo sia entusiasmante nel teatro: è lì che mi sento libera di recitare e posso imparare qualcosa di nuovo da ciascun personaggio, un po’ come nella narrativa.
4.PROGETTI FUTURI.
Al momento mi piace pensare di costruire poco per volta un “mosaico”, tutto dedicato all’arte. Le devo molto, sento che mi rispecchia e mi appartiene: è un mondo che da sempre mi affascina, mi parla, e vorrei dare sempre più ascolto a questa voce potentissima. La percepisco come una vocazione; ne sono sempre stata consapevole, ma in quest’ultimo periodo sta diventando ancora più manifesta. Quanto alla scrittura, mi riprometto di coltivare maggiormente la prosa. Ho un fantasy a cui sto continuando a lavorare ormai da diversi anni e mi piacerebbe molto che un giorno anche questo libro possa trovare un proprio pubblico e “prendere vita”.
5.IL VERSO CHE PIU’ TI RAPPRESENTA E PERCHE’ (PREFERIBILMENTE SCRITTO DA TE).
“Rintracciare nel passato e nel futuro/le orme della mia/assenza./Mi spoglio di tutto pur di riappartenermi.”
È l’ultima strofa della poesia “Contraddizione”, tratta dalla mia raccolta Aporia di stelle. Penso che questi versi mi rappresentino in modo particolare perché racchiudono il senso dell’essere, dell’esserci. Io posso guardare indietro e cercare chi ero, così come posso immaginare chi sarò e chi voglio essere. Ma il mio stato attuale, il mio vivere, non può che essere presente qui e ora. Perciò, paradossalmente è necessario spogliarsi di ogni cosa per poter vivere a pieno.
Grazie per essere stata nostra ospite. Svelare e presentare nuove voci è sempre emozionante!
In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e, infine, la nostra immancabile chiusura:
PIACERE DI AVERTI CONOSCIUTA!
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