di Orietta Degiorgi - 9a giornata
Mi inginocchio e mangio terra,
ferro e sangue sono pane
per ogni figlia nata foglia
spremuta
bevuta
succhiata
sputata
schiacciata sotto gli occhi
di dollari prostatici
galvanizzati da vuoti d'anima.
E lei da figlia piange
e da foglia si scioglie
Il verde si fa scuro
poi marrone fragile
e nero dissolvenza
per ogni fiore-aborto
La terra solo abbraccia,
forse.
Non so se la scomparsa ha
un'eco
per le sepolte vive
per i fiati insufflati dentro,
se il dolore ha un colore
se puzza di morte o
indifferenza
tanto non è a casa nostra
tanto non è mia figlia
tanto non è mia madre
tanto è solo una donna.
Tanto è lontano.
Non tanto.
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