di Franco Carta - 9a giornata
Quella notte fu sorpresa dalla luna,
la borgata da sempre addormentata.
Sfuggì la pace,
di tempesta urlò il mare.
Arricciata la schiuma,
l'onda lordò il cielo
come coperto di spuma.
Spezzate stelle, fruscio di foglie.
Raggrinzita la mia pelle.
Cocci di muraglie,
tegole a interrompere i respiri
che il vento raccoglie,
un passo indietro signori.
Il fiato corto, il mio petto infranto.
Brezza, dalla mia scardinata porta.
Fruscio di foglie, e fu silenzio.
Capovolta la Terra
all'equinozio colpita a morte,
vacilla e trema.
E tutto tace sull'ultima scintilla.
Nudo, sulla risacca
sfilati giacca ed ego
pregai:
qui senza anima non si entra!
Ragione dei perché chiesi
alle rimaste stelle.
Poi Imprecai,
chiesi perdono
e nuovamente al cielo livido
imprecai.
Commentaires